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martedì 13 giugno 2006

Fiori minimal


Ho deciso che come flower designer sono troppo old fashioned (oggi l'inglese va forte) e quindi sto studiando nuovi modelli minimal/fusion/optical. Questo cesto quadrato con rose in gradazione di colore lo sperimenterò domenica al matrimonio di Ciompi detto Ciò Ciò (che ovviamente ha un altro nome ormai caduto in disuso), grande amico di mio figlio piccolo. Speriamo che le mie rose non abbiano nel frattempo subito un qualche coccolone dovuto ai soliti eventi meteorologici avversi (vento-pioggia-grandine-siccità) che si alternano più o meno regolarmente dalle nostre parti e che i miei rangers mi annunciano con tono lugubre non appena scendo dalla macchina arrivando da Roma. Che ansia!
Questo modello comporta l'oneroso acquisto di un vaso di vetro quadrato, di cubetti di vetro portacandeline e di pietre trasparenti da disporre artisticamente sulla tovaglia (queste sono prove fatte in cucina). Speriamo che il tutto non sparisca dopo il ricevimento altrimenti la remissione economica sarebbe totale!
Questa è la versione rose rosse - specchio - candelotti bianchi, insomma sono possibili molte variazioni sul tema, farò altre prove presto.

lunedì 12 giugno 2006

Crema di porri e piselli

Dovendo improvvisare una cenetta last minute, ecco cosa ho trovato in frigorifero:
- porri del mio orto un po' trapassati (dentro avevano una specie di tronco durissimo perchè evidentemente stavano per fiorire!)
- piselli freschi di un altro orto marchigiano pazientemente sgusciati dal mio consorte (lui teme molto la morte per inedia, perchè da anni sostiene che io non tocco pentola, così ogni tanto lavora per assicurarsi la sopravvivenza!).
Il risultato è stata questa crema, che si è rivelata più buona del previsto.

6 porri
1 chilo di piselli sgusciati
erbette varie: prezzemolo, erba cipollina, timo, foglia di alloro
2 cucchiai di curry
brodo
crema di latte fresca 250gr.
burro 50 gr.
Per guarnire: asparagi

Soffriggere nel burro i porri puliti e tagliati a pezzi, i piselli e le erbe. Aggiungere un paio di cucchiai di farina, cuocere ancora 5 minuti mescolando, coprire di brodo (anche di dado) e far bollire finchè le verdure sono tenere. Frullare col frullatore a immersione e aggiungere 2 cucchiai di curry.
Servire con parmigiano, dadi di pane fritti nel burro e un filo di crema di latte. Decorare ogni piatto con un mazzetto di asparagi bolliti, tagliati a circa 6 cm di lunghezza e legati con un filo di erba cipollina. Indolore, no?

lunedì 5 giugno 2006

La quiete dopo la tempesta



Archiviamo in fretta questo orrido long weekend di vento, pioggia e temperature polari: domenica è tornato il sole e il giardino era di nuovo un'oasi di colori e profumi. Purtroppo il maltempo ha rovinato tutte le mie rose preferite, quelle piccole a mazzetti: hanno perso i loro petali e non le rivedremo fino all'anno prossimo. Pazienza, in compenso molte delle nuove arrivate sono bellissime e già si sono pavoneggiate nei vasi in casa. Speriamo siano veramente rifiorenti , come promesso dal catalogo, e ci accompagnino per tutta l'estate.
Questa settimana, inerpicati sulle scale, abbiamo fatto questo addobbo veramente masochistico per chi lo deve realizzare, ma di grande effetto per chi lo guarda dal basso.
Ecco nella prima sfocatissima foto gli ultimi ritocchi e poi l'effetto finale.


Abbiamo utilizzato delle rose di Meilland: la rossa Rabelais e la bianca Tchaikowsky, mischiate con matricaria, caprifoglio, edera, rose Iceberg e roselline antiche. Ecco qui sopra la sala completa illuminata dalle candele.

martedì 30 maggio 2006

Mignonne, allons voir si la rose...

Finalmente primavera. E' arrivato il momento della verità, atteso (e temuto) dai giardinieri: l'esplosione delle fioriture in un caleidoscopio inebriante di colori e profumi rivela infatti anche i tanti errori commessi al momento della piantagione invernale. E quindi: rose che cadono da tutte le parti sotto il peso delle corolle perchè troppo grandi e prive di adeguati sostegni, nuove piante che si rivelano totalmente diverse dalla foto del catalogo, altezze sbagliate, colori che stanno male insieme ecc. La mia specialità poi è di fare tantissime talee delle rose che ho già, non etichettarle adeguatamente e poi piantarle comunque sulla base di vaghi ricordi e confronti delle foglie (i fiori ovviamente sono spariti da un pezzo). Uno spera di azzeccarci, ma non capita quasi mai! Per cui in autunno via col valzer degli spostamenti! Chissà se la stessa cosa capita anche agli architetti dei giardini o se le loro piante sono più obbedienti e disciplinate?
Questa bellezza in giallo è una delle English Roses di David Austin, forse Graham Thomas, ma non garantisco, perchè l'etichetta, se ancora esiste, è sepolta alla base del cespuglio. Trovo che questa faccenda dell'etichettatura e identificazione delle piante è uno dei più grossi problemi del giardinaggio, perchè i cartellini dei vivai dopo un po' diventano illeggibili e lo stesso capita con le etichette di plastica. Penne e pennarelli svaniscono al sole, l'unica cosa che resiste un po' di più è la matita su legno ruvido. oppure le etichette di rame da incidere, naturalmente carissime!

La scaletta bordata di rose Bonica di Meilland e di Alchemilla Mollis è una delle poche cose che mi sia riuscita bene (per adesso). La foto è pessima perchè c'era troppo sole, però mi piace la casetta del giardiniere che si intravede in fondo fra gli alberi. Ai lati della scala, invece, soprattutto dalla parte sinistra, c'è una specie di giungla del Borneo di rose, sulla quale è meglio stendere un pietoso velo. Comunque le ho etichettate finchè erano fiorite e sto già pensando a ricollocarle. Speriamo che arrivi presto l'autunno e pure l'inverno, sono le stagioni più divertenti dal punto di vista del giardiniere: tutto è potato e ordinato, le erbacce smettono finalmente di crescere, non si deve più annaffiare, arrivano pacchi e pacchi di nuove rose, bulbi e piante (che non mi senta il nostro A.D.), si progettano nuovi impianti e tutto sembra all'apparenza perfetto. Poi arriva la primavera....

giovedì 20 aprile 2006

I tulli tulli tulipan









Ogni anno riempiamo le aiole del giardino con la stessa varietà di tulipani a fior di giglio, "White Triumphator". Cominciano a fiorire adesso ed è proprio un bello spettacolo, che compensa lo sforzo di piantarli (ce ne vogliono un migliaio). Purtroppo i tulipani sono capricciosi e difficilmente si ripresentano l'anno successivo in quantità decenti. Mi hanno detto che vanno concimati molto quando sono sfioriti per far ricostituire il bulbo esaurito. Proveremo, ma nel dubbio è sempre meglio un rinforzino di bulbi nuovi, anche a costo di litigare con l'A.D.!

Questa bellezza in rosa si chiama Angélique ed è un tulipano doppio che fiorisce a fine aprile e dura a lungo, avendo vari fiori per stelo.


Eccoli qui sopra in un grande vaso, da dove si allungano morbidamente in tutte le direzioni. Qui sotto invece, in una nuvola di nontiscordardime, ci sono i tulipani Mount Tacoma, sempre doppi, tardivi e bellissimi. Passata la fioritura, li trapiantiamo in un'aiola più defilata, dove l'anno prossimo produrranno un fiore più piccolo da usare come fiore da taglio.

PASTA AL PESTO DI PISTACCHI E CARCIOFI



Ricetta facile facile, a patto di avere il pesto di pistacchi di Bronte portato da Trapani dal nostro bambino piccolo, il giovane ingegnere, che ha un cantiere li'. Devo indagare se da Castroni ce l'hanno perchè è veramente squisito.
Cuocere dei carciofi al tegame, scartare foglie dure ed eventuale fieno, tagliarli a pezzetti tenendo il fondo di cottura, diluire il pesto di pistacchi con crema di latte (o acqua della pasta), grattare il parmigiano ed ecco pronto il condimento per penne o rigatoni.

La torta Chiffon




Torta molto facile, a parte la decorazione che decisamente NON mi è venuta molto bene (l'ho perfino ritoccata con Photoshop, ma è rimasta mostruosa!). Si può fare il giorno prima, il che non guasta.

Base:
200 gr. biscotti tipo Digestive
100 gr. zucchero (meglio di canna)
80 gr. burro
Frullare tutto nel mixer e pressare sul fondo e i lati di un pyrex o di una forma a cerchio mobile (se la volete sformare, in questo caso il cerchio va rivestito con una striscia di carta da forno tutto intorno, altrimenti il ripieno si appiccica). Cuocere in forno moderato per circa 20 minuti. Far freddare.

Ripieno:
3 uova
200 gr. zucchero
300 gr. latte
200 gr. cioccolata fondente
2 fogli colla di pesce
300 gr. panna fresca montata

Sbattere i tuorli con lo zucchero. Aggiungere il latte caldo e cuocere a bagno maria per 5 minuti. Aggiungere la colla di pesce ammollata in acqua fredda e strizzata e la cioccolata a pezzi. Mescolare bene per far sciogliere la cioccolata e far freddare. Montare le chiare a neve e la panna e unire alla crema fredda. Mettere in frigo per una ventina di minuti e quando la crema comincia ad addensarsi, metterla nella forma e di nuovo in frigo per almeno 3 ore. Per la decorazione, io ho semplicemente fatto fondere la cioccolata a bagnomaria e l'ho messa nella siringa con la bocchetta più piccola, ma la maledetta cioccolata o era troppo liquida o si solidificava bloccando tutto. Per cui sarebbe meglio aggiungere del burro o della panna per renderla più fluida e utilizzarla quando è fredda. Altrimenti meglio non complicarsi la vita e decorare semplicemente con panna montata.
Ecco la mia torta su un grande cerchio di vimini con gli altri dolci e 2 candelotti accesi, visto che si festeggiavano 2 compleanni. Gli altri dolci erano due ottime pastiere (era Pasquetta) e due squisite ciambelle lievitate tipo Krantz, specialità della pasticceria Bedetti di Falconara. Come avere la ricetta? Un giorno o l'altro proverò a rifarle, vediamo cosa esce fuori.
Ecco uno dei festeggiati che stappa lo champagne (stappare bottiglie è una delle sue attività preferite!) AUGURI!

lunedì 10 aprile 2006

SORBETTO DI FRAGOLE


Dovendo organizzare una colazione per un gruppo di amici torinesi in visita nelle Marche, dato che il punto debole dei ristoranti della zona (e purtroppo di quasi TUTTI i ristoranti) sono i dolci, ho detto che li avrei fatti io.  In primo piano nella foto il sorbetto di fragole.




Sorbetto di fragole
250 gr. acqua
280 gr. zucchero
1 cucchiaino da te' di addensante per gelato (da Castroni)
500 gr. di fragole o altra frutta
1 limone spremuto


Se usate l'addensante per gelato (che impedisce la formazione delle pagliuzze di ghiaccio), ricordarsi che questa polverina bianca va mescolata con lo zucchero A SECCO, prima di aggiungerlo agli altri ingredienti. Fatto ciò, unire lo zucchero e l'acqua e portare a ebollizione a fuoco basso mescolando ogni tanto. Far freddare bene e mettere in frigo. Lavare e pulire le fragole, pesarne 500 gr. e frullarle col succo di limone. Unire lo sciroppo freddo e mettere nella gelatiera. Se non ce l'avete, mettere il gelato nel freezer e quando è semisolido frullarlo nel bicchierone del mixer per togliere le scaglie di ghiaccio. Una volta frullato, metterlo nella forma prescelta e farlo risolidificare nel congelatore. Ricordarsi di toglierlo almeno mezz'ora prima di servirlo, altrimenti è un macigno!
Questa ricetta semplicissima si può fare con vari tipi di frutta: melone, cocomero, fichi, more, lamponi, pera Williams con grappa alla pera ecc. Evitare ananas fresco e kiwi perchè impediscono l'azione dell'addensante. Volendolo fare con uva o agrumi, unire alla stessa dose di sciroppo il succo di 1 chilo di aranci, limoni o mandarini (e la scorza grattugiata di almeno 4 frutti) oppure il succo di 1 chilo di uva (possibilmente fragola).

martedì 4 aprile 2006

Narcisi a go go



Finalmente un po' di caldo ed eccoli qua, migliaia di tromboni di vari tipi e colori (quando è arrivata la fattura il mio consorte ha avuto un fit e ha proferito oscure minacce!).
Nel paesaggio ancora spoglio ed essenziale le loro corolle vivaci si dondolano nel vento tiepido e ti mettono allegria. E poi la fatica di piantarli (e quella di pagarli, nel caso del mio consorte/amministratore delegato) è ripagata dalla certezza che l'anno prossimo si ripresenteranno tutti all'appello, e molto più folti!

Questa è una pergola che fra un po' si coprirà di rose e clematidi, per adesso ci sono i narcisi Flower Record, bianchi col centro arancio, che ho messo in tutta questa zona e sono bellissimi, fanno venire in mente i versi che Wordsworth ha dedicato a questo fiore:
DAFFODILS
I wandered lonely as a cloud
That floats on high o'er vales and hills,
When all at once I saw a crowd,
A host, of golden daffodils;
Beside the lake, beneath the trees,
Fluttering and dancing in the breeze.
Continous as the stars that shine
And twinkle on the milky way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.The waves beside them danced; but they
Outdid the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company:
I gazed - and gazed - but little thought
What wealth the show to me had brought:
For oft, when on my couch I lie

In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.


Questi piccoli narcisi bianchi si chiamano Thalia, come la musa della poesia, e sono deliziosamente profumati.


Questi invece sono dei giacinti che avevo coltivato in vaso e poi trapiantato nel prato: anche loro ritornano ogni anno, meno pieni ma forse più aggraziati e comunque profumatissimi.

lunedì 13 marzo 2006

Narcisi infreddoliti

Ecco i miei poveri narcisi infreddoliti sotto la bufera di vento, pioggia e neve che non ci da' tregua. Siamo a metà marzo, i fiori primaverili cominciano a fare qualche timida apparizione, ma la temperatura è polare, venti siberiani spazzano la campagna facendo cadere le ultime foglie dalle querce, e ogni tanto una spruzzata di neve imbianca le colline.



Unica nota di colore nel gelido paesaggio nebbioso i ciuffi di narcisi "Dutchmaster", i primi a fiorire nel frutteto, sfidando il maltempo con una sicura promessa di primavera.

lunedì 27 febbraio 2006

CORONA DI MERINGHE ALLE FRAGOLE OVVERO PAVLOVA

Sono ormai condannata a preparare torte di compleanno per TUTTI i nostri amici marchigia- ni: ecco l'ultima torta della serie, la meringata alle fragole, detta anche con termine molto chic Pavlova (il dolce originale era stato dedicato alla ballerina Anna Pavlova da uno chef in Nuova Zelanda).




MERINGA:
4 bianchi d'uovo
pizzico di sale
300 gr. zucchero

Indispensabile un frullino con fruste perchè la meringa va montata a lungo. Iniziate sbattendo le chiare col sale finchè sono a neve ferma. Sempre continuando a sbattere, aggiungete un cucchiaio per volta lo zucchero. Montate ancora per una diecina di minuti, poi foderate una teglia con carta da forno e disegnateci un cerchio. Mettete la meringa in una siringa o in una poche e riempite il cerchio. Fate un bordo sopraelevato tutto intorno per contenere il ripieno e infornate a calore debolissimo (60°/80°, ideale un forno elettrico. Se invece avete il forno a gas, mettetelo al superminimo e controllatelo spesso). La meringa è pronta quando è asciutta e dura, ci vorranno circa un paio d'ore. Attenzione, non deve colorire! A questo punto il ripieno è optional, semplicemente con panna e fragole è già squisita. Io, tanto per complicarmi un po' la vita come al solito, avevo messo sotto alle fragole una specie di bavarese fatta così:

BAVARESE DI FRAGOLE
500 gr fragole
Cointreau 1 dl
zucchero 150 gr.
succo di 1 arancio e 1 limone
2 fogli e 1/2 di gelatina

Pulire le fragole e farle macerare con lo zucchero, il cointreau e il succo di arancio e limone. Mettere a bagno la gelatina in acqua fredda e poi scioglierla a fuoco debolissimo con 3 cucchiai di acqua mescolando in continuazione. Frullare le fragole con tutto il loro succo e la gelatina fusa e mettere questa purea in frigo. Quando la bavarese è quasi del tutto rappresa, versarla nel guscio di meringa (freddo!) e rimettere il tutto in frigo. Poco prima di servire ricoprire la superficie del dolce con fragole e decorare con panna. Servire altra panna montata a parte.

Le Chiuse di Reopasto


Volete della carne genuina, per di più consegnata a domicilio? Sul sito www.lechiusedireopasto.it troverete tutte le informazioni su questa splendida azienda alle porte di Rieti, dove i vitelloni Charolais vengono allevati al pascolo e alimentati secondo criteri rigorosamente biologici. Ordinando questa carne, ottima e soprattutto sicura, potrete ricevere questo libretto che descrive i vari tagli e fornisce consigli e ricette per utilizzarli al meglio.

lunedì 20 febbraio 2006

Pero' anche la mia bambina non scherza....



Come si suol dire, buon sangue non mente: ecco una produzione di Bea, la mia bambina milanese, per il compleanno di un fortunato dal nome che inizia per M. La ricetta dettagliata di questa meraviglia ai lamponi prossimamente su questo blog, non appena l'autrice me l'avrà fornita.

Croquenbouche


La torta dei 90 anni

Compleanno speciale per una mamma speciale: si festeggiano i 90 anni di Carola, un'arzilla signora tedesca, mamma di una nostra amica, che da qualche anno è venuta a vivere nelle Marche e che stupisce tutti con la sua vivacità ed energia. Potevo per questa occasione preparare una delle solite torte noiose? Certamente no, e quindi ho sperimentato la ricetta degli choux del sito www.gennarino.org
Come gia' per il baba', anche questa si è rivelata eccezionale: per una volta nella storia, invece dei soliti nanerottoli mollicci e pieni di pasta cruda all'interno, ecco degli choux perfetti gonfi, croccanti e soprattutto vuoti.


Pasta degli choux
100 gr. farina
100 gr. latte
50 gr. acqua
3 uova e 1 tuorlo
50 gr. burro
pizzico di sale
Sciogliere il burro nel latte con l'acqua e il sale. Quando bolle aggiungere fuori dal fuoco la farina setacciata, mescolare bene, rimettere sul fuoco girando finche' inizia a sfrigolare. Far raffreddare bene (io ho steso l'impasto sul marmo del tavolo) poi mettere nel mixer con frusta a gancio e aggiungere le uova uno per volta (il quarto uovo sarebbe intero, ma di solito basta il tuorlo se no la pasta diventa troppo liquida). A questo punto lavorare la pasta almeno un quarto d'ora per farle acquisire elasticità (il mixer e' fondamentale!), poi con la tasca o con un cucchiaino formare gli choux su una teglia rivestita di carta forno. Quelli della foto da crudi erano circa 1 cm e 1/2 di diametro. Infornare a forno caldissimo (240°) per circa 7 minuti, poi abbassare a 180° e cuocere finchè sono dorati e vuoti dentro. Non eccedere con la cottura altrimenti si spaccano quando si riempiono. La dose basta per circa 35 choux. Riempirli con crema pasticcera oppure ganache al cioccolato o zabaione e panna.


Questa è la torta finita: un nido di choux avvolto da fili di caramello, con al centro ovetti di zucchero e una gallina (finta) sopra. L'ardita costruzione richiede nozioni ingegneristiche avanzate, e' cementata col caramello e fa la fortuna dei dentisti!
Ed ecco la festeggiata che soffia le candeline: auguri Carola!

lunedì 13 febbraio 2006

Primi accenni di primavera


E' bastato qualche raggio di sole ed eccoli li', i piccoli messaggeri della primavera: si chiamano Iris reticulata Gordon, sono alti 15 cm e con il loro blu delizioso sfidano il gelo e rallegrano lo spoglio paesaggio invernale.
Ecco un primo piano di questo piccolo campione d'inverno che ha pure il vantaggio di naturalizzarsi e moltiplicarsi velocemente. Li ho comprati da Floriana Bulbose, un vivaio di Monteporzio Catone, alle porte di Roma, dove si possono trovare bulbi di tutti i tipi, anche i più rari e introvabili. Il sito è http://www.floriana.ws/

lunedì 6 febbraio 2006

Brioche al formaggio



Weekend marchigiano per Ami e i suoi amici, sopravvissuti al freddo polare delle loro camere grazie alla giovane età, alla forte fibra e a dosi massicce di cibarie! Ecco qui sotto una delle cose che avevo preparato seguendo la ricetta della mia amica Bruna di Trani, una delle cuoche più raffinate che abbia mai incontrato.


BRIOCHE AL FORMAGGIO
1 cubetto e 1/2 di lievito di birra
2 cucchiai zucchero
1 bicchiere di latte tiepido
200 gr. di patate lessate e passate
2 uova
100 gr. burro
450 gr. farina manitoba
1 pizzico di sale
250 gr. formaggio o altro ripieno
Preparare il lievitino sciogliendo il lievito di birra con un cucchiaio di zucchero e qualche cucchiaio di latte tiepido e di farina. Far lievitare in luogo tiepido. Nel frattempo mettere nel mixer tutti gli ingredienti della pasta brioche e cominciare a lavorarli con la frusta a gancio. Aggiungere il lievitino quando sarà ben gonfio e continuare a sbattere unendo del latte tiepido se necessario. Lavorare almeno 15 minuti finchè l'impasto avrà raggiunto una consistenza elastica e non appiccicosa. Se possibile, metterlo a lievitare ancora in luogo tiepido, altrimenti passare direttamente alla fase successiva. Stendere col mattarello la pasta sul tavolo infarinato, metterci sopra il ripieno scelto (formaggi misti, prosciutto cotto, bacon, o verdure cotte e strizzate bene), arrotolare formando un salsicciotto e metterlo in una teglia a bordi alti imburrata. Far lievitare in luogo tiepido (ad esempio il forno acceso per 5 minuti e poi spento) finchè è raddoppiato di volume. Spennellare la brioche con tuorlo d'uovo sbattuto con un po' di latte e cuocere a forno caldissimo per circa 3/4 d'ora.

mercoledì 1 febbraio 2006

UN BABÀ PERFETTO

Ricetta assolutamente perfetta, presa dal sito www.gennarino.org  
N.B. Il babà cotto ma non ancora bagnato si surgela benissimo! Si tira fuori dal freezer per tempo (o si ripassa un momento al forno) e poi si bagna e si decora, in genere pennellandolo con gelatina di albicocche fusa o ghiacciandolo con una ghiaccia di zucchero a velo e acqua molto lenta (la cosiddetta "ghiaccia piangente"). 
N.B. 2: Si può surgelare benissimo anche già bagnato (ad esempio quello avanzato dopo una cena), una volta scongelato annaffiatelo con un po' di rum e ritorna perfetto!


La cuoca giardiniera con il babà preparato in occasione di
una visita nelle Marche di amici torinesi. 


Due babà appena sfornati inattesa di essere bagnati e decorati. Quello a sinistra è bicolore perchè la forma di silicone(carissima) ha il fondo a diversi livelli e quelli più bassi non si coloriscono!

220 gr. farina Manitoba
12 gr. lievito di birra
3 uova medie
70 gr. di burro
30 gr. di zucchero
1 pizzico di sale
Impastare il lievito di birra con un cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaio di acqua tiepida e 25 gr. di farina. Metterlo a lievitare in luogo tiepido. Preparare la bagna mettendo a bollire per 15 minuti 450 gr. di acqua, 200 gr di zucchero, rum a piacere e la buccia di 1 limone. Quando il lievitino è raddoppiato di volume, metterlo nell'impastatrice con la frusta a gancio, unire tutti gli altri ingredienti e sbattere per almeno 30 minuti a media velocità. Quando la pasta è liscia e molto elastica, metterla a lievitare in luogo tiepido, coperta, finchè raddoppia di volume. A questo punto sgonfiarla e metterla negli stampini imburrati (o in una forma grande col buco) riempiendoli solo per 1/3. Rimettere a lievitare e quando la pasta arriva al bordo dello stampo e ha una bella bombatura, mettere nella parte bassa del forno a 180° per 20/30 minuti o più, finchè i babà sono molto coloriti. Devono essere ben cotti.
Sfornare, far raffreddare i babà e poi immergerli nello sciroppo tiepido, tirarli su e strizzarli con cautela.
Prima di servire, cospargere con altro rum (di ottima qualità, altrimenti meglio non fare il babà). Se fate il babà in formato grande, servirlo con panna montata, zabaione o crema inglese. Nel buco si possono mettere amarene, pere cotte, fragole o altra frutta.

Torta pere e yogurt

Una torta improvvisata

Avendo notato 4 pere che languivano in mezzo ad altra frutta, ho pensato ad una torta veloce e ho quindi buttato nel mixer i seguenti ingredienti:

1 vasetto di yogurt greco intero
1 vasetto e 1/2 di zucchero
3 cucchiai di miele
1 cucchiaino di cannella
2 vasetti colmi di farina integrale
1 vasetto di farina bianca
1/2 vasetto di olio d'oliva
1 bustina di lievito per dolci

Ho frullato il tutto per 10 minuti, poi ho amalgamato col cucchiaio 4 pere (in precedenza pelate, tagliate a cubetti e cosparse di zucchero e succo di limone) e ho messo il tutto in una forma di silicone col buco. In forno per un'ora a 180°.

mercoledì 25 gennaio 2006

Pasta con funghi porri e verza

Ancora cavoli!

Nel mio orto marchigiano imbiancato dalle gelate, quale vegetale resiste impavido alle temperature siberiane? Ma il cavolo naturalmente, in tutte le sue varietà: verza, bianco, rosso, broccolo, broccoletto, broccolo siciliano, un tripudio di brassicacee ottime per la salute ma detestate da mio marito. Per fargliene ingurgitare un pur minima porzione ( e non avendo altri ingredienti in casa) l'altra sera ho escogitato il seguente condimento per la pasta, risultato poi buonissssimo.

PASTA CON FUNGHI, PORRI E VERZA

Ammollare i funghi porcini secchi in acqua calda. Scolarli e tritarli grossolanamente col coltello. Scaldare abbondante olio d'oliva in una padella e soffriggere i funghi finchè non siano ben dorati e non abbiano sviluppato un intenso profumo. Nel frattempo lavare e tagliare a striscioline 2 porri e 1/4 di verza (o più a seconda delle dimensioni). Cuocere le verdure per circa 10 minuti in poca acqua bollente salata, scolarle tenendo l'acqua di cottura e aggiungerle ai funghi soffritti. Condire con sale, pepe, una foglia d'alloro, un po' di timo e cuocere piano piano aggiungendo prima l'acqua di ammollo dei funghi e poi quella di cottura delle verdure, finchè le verdure siano belle spapolate, come direbbe mio marito. Condire la pasta (corta) con questo sugo e aggiungere abbondante parmigiano grattugiato.

lunedì 23 gennaio 2006

Minuto per minuto: LA PISTA!





Per i non addetti ai lavori, chiarirò subito che qui non si parla di avvenimenti sportivi: in marchigiano "fare la pista" significa trasformare un malcapitato maiale in ogni sorta di prodotti prelibati: prosciutti, lonze, salsicce e soprattutto ciavuscoli. Il ciavuscolo è il re dei salumi marchigiani ed è un salame tritato molto fino, quasi spalmabile. oggi seguiremo passo passo tutte le fasi dell'operazione PISTA. Nella foto in alto si può vedere la prima metà del maiale che viene sezionata e spolpata. Viene staccato il prezioso prosciutto, poi le lonze, poi viene staccata e divisa la spalla e infine le costine e tutto il resto.

Ecco la carne per i ciavuscoli pronta per essere passata: una volta dal disco a buchi grandi e 2 volte da quello a buchi piccoli.
Fase successiva: l'insaccamento. La carne, debitamente salata e pepata, viene pigiata dentro un grosso cilindro con un finale ad imbuto. Il cilindro viene montato su un attrezzo a manovella che spinge la carne nei budelli infilati sull'imbuto. Mentre la bassa manovalanza (mio marito) gira la manovella, il direttore dei lavori, Giulio, provvede a bucherellare e legare il ciavuscolo, che viene poi appeso ad asciugare alla scaletta che si vede a sinistra.
Segue la confezione delle salsicce, che vengono legate con lo spago in modo da formare dei "fili", così da poterle appendere ad asciugare.



Ultimati gli insaccati, scatta l'operazione coppa. La coppa è una specie di galantina fatta con tutto quello che resta del maiale. Ossa semispolpate, orecchie, cotiche, pezzi di carne, tutto viene messo a bollire in un enorme calderone. Dopo circa 3 ore, la carne viene scolata e messa sul tavolo di lavoro. Si scartano le ossa e la carne viene tritata grossolanamente e condita con sale, pepe, cognac, noce moscata, cannella, chiodo di garofano, mandorle, pistacchi e scorzette d'arancio. Si mischia bene il tutto, si insacca in un contenitore speciale e si mette sotto un peso. Dal giorno dopo si può mangiare ed è buonissima!
Prosciutti e lonze vengono messi sotto sale e fatti scolare. In seguito vengono ricoperti di pepe e appesi ad asciugare. Questa che vi ho descritto è una pista semplificata, perchè volendo si possono fare molti altri tipi di salumi: ciavuscoli di fegato, cotechini, pancetta, guanciale, lardo e naturalmente salami. E adesso vi aspettiamo nelle Marche per gli assaggi!

mercoledì 18 gennaio 2006

Budino di broccolo e ricotta

Con gli ultimi broccoli dell'orto e la ricotta del pastore ho fatto questo velocissimo budino (la dose basta per 8 persone):

broccolo 1 kg
ricotta 1/2 kg
parmigiano 1 etto
fontina o groviera 1 etto
sale, pepe, noce moscata
5 uova

Bollire il broccolo e scolarlo. Metterlo nel mixer con tutti gli ingredienti e frullare per 3 minuti, fino ad avere una crema liscia. Riempire uno stampo col buco imburrato e cosparso di pangrattato, oppure uno stampo di silicone, e mettere in forno a 180° per un'ora, finchè la superficie sia ben colorita. Sformare e servire da solo o con una béchamel molto liquida al parmigiano e gorgonzola, oppure riempire il buco dello sformato con verdure al burro o palline di carne fritte.